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Giulio Andreetta - Intervista - Concerto a Padova il 23/09/2020


Descrizione

Il giorno Mercoledì 23 Settembre, attorno alle 19:40, presso la sede di Zin Pianoforti di Padova, in Via Monte Cengio 30, avrà luogo un concerto solistico del pianista Giulio Andreetta. Verranno presentate opere di Frédéric Chopin, Claude Debussy e Franz Liszt, oltre a composizioni dello stesso Andreetta.

INGRESSO LIBERO (POSTI LIMITATI).

info: [email protected] 

 

OLTRE I GENERI MUSICALI.

INTERVISTA AL PIANISTA E COMPOSITORE GIULIO ANDREETTA

 

Giulio, tu sei un pianista che finora si è prevalentemente espresso nell’ambito della musica classica, hai mai pensato di collaborare con qualche musicista rock? 

Magari, ne sarei felice. Devo ammettere però che non conosco bene il contesto della musica rock, e quindi dovrei certamente approfondire molte cose per poter operare in quest’ambito in modo continuativo.  Mi piacerebbe anche aver l’occasione prima o poi di poter portare la musica classica all’interno di questi contesti, magari proponendo alcuni remix di qualche celebre melodia di Mozart, Bach, Beethoven, o Vivaldi, o comporre qualche arrangiamento per band ecc. Chissà, speriamo che prima o poi nasca l’occasione... 

Nella tua ultima lezione intitolata Musica senza confini, e che si può visitare al seguente indirizzo  https://open.spotify.com/episode/308d0uGcC3XpxLmjmuhNpL dici che la classificazione per generi musicali non ha molto senso secondo te. Perché?

Sono tutte etichette concettuali che, a mio avviso, servono in primo luogo all’industria musicale per orientare i gusti del pubblico, ma nella realtà effettiva della fase di produzione della musica non interessano a nessuno, e dunque si potrebbe perfino asserire che in realtà non esistano. Sta poi all’ascoltatore liberarsi di tutta una serie di schematismi che imprigionano l’ascolto musicale, e che andrebbero eliminati per fare spazio alla pura emozione della musica. 

C’è bisogno di più musica nella nostra società o ce n’è fin troppa secondo te? Come consideri globalmente l’offerta di concerti attuale?

Dipende da che punto di vista lo consideri. La musica nelle nostre scuole è quasi assente a parte corsi di studio con un curriculum specifico, penso ad esempio alle scuole medie ad indirizzo musicale o ai licei musicali, o i conservatori, ma questi sono istituti che vengono frequentati da una netta minoranza di studenti. E dunque a mio avviso manca a livello generale un’educazione in primo luogo all’ascolto musicale, a tutti i livelli. Prima di tutto bisogna appassionare i giovani alla musica attraverso l’ascolto, e solo in secondo luogo proporre la pratica strumentale. L’importante è che lo studente non si senta obbligato a suonare, perché la musica non può mai essere vissuta come un’imposizione. Da un punto di vista dell’offerta musicale, invece, secondo me, di musica ce n’è fin troppa. Per carità, meglio così piuttosto che un mondo musicale chiuso e rinserrato in forme di controllo verticistico. Oggi per fortuna esistono molte più possibilità per un musicista emergente di affermarsi, attraverso un’attività, diciamo così, di libero professionista. E questo è un bene per i musicisti. Per il pubblico, invece, si tratta di selezionare in modo opportuno tutta l’immensa offerta musicale in modo da soddisfare le proprie esigenze estetiche, e non è sempre facile. 

Il ruolo del musicista qual’è secondo te?

Deve aprire degli spiragli verso un altro universo. Mi ricordo un film, di cui non ricordo il titolo, ma nel quale succedeva una cosa stranissima, il protagonista aprendo una banale anta di un armadio scopriva invece l’esistenza di un mondo nuovo, completamente diverso dal nostro. Ecco, il musicista deve aprirsi a questa dimensione incognita, nuova e deve cercare di comunicare questo suo universo espressivo incredibile a chi lo ascolta. 

In che circostanze e quando hai iniziato a studiare il pianoforte? Hai qualche ricordo che vuoi condividere sulla tua formazione musicale? 

È iniziato tutto con l’ascolto dei primi carillon sulla culla, che però stranamente ricordo bene. Poi quando avevo 3-4 anni ricordo che sentivo l’orchestra dallo stereo di casa e mimavo i gesti del direttore, con una penna al posto della bacchetta. Poi un bel giorno sono tornato da scuola e ho trovato in salotto uno strano ‘mostro’, che non sapevo bene cosa fosse, e inizialmente senza prendere nessuna lezione ho iniziato a improvvisare le prime note. Poi ho voluto che mi seguisse un insegnante e da lì ho iniziato a prender lezioni di piano. Ma fino al Conservatorio è stato un percorso accidentato e per qualche anno non sono nemmeno andato a lezione, anche se continuavo a suonare. 

A cosa pensi prima di un concerto? E quando invece componi?

È una domanda che mi fanno spesso. Dire che non penso a niente sarebbe falso, perché qualcosa bisogna pur sempre pensare: il ‘non-pensiero’ non può esistere. Quindi ho sempre diffidato fin da ragazzino dalle frasi del tipo ‘sgombra la mente’, ‘fai il vuoto’ e così via. Tuttavia penso sia necessario abbandonarsi alla musica, un po’ come quando si impara a nuotare, se si cerca di toccare per terra si va a fondo, e con la musica è la stessa cosa, se tenti di controllare tutto vai a fondo. Lo stesso vale quando compongo, cerco di abbandonarmi alla musica, anche se con questo nostro regime di vita, frenetico e carico di impegni per tutti, risulta a volte difficile. 

Progetti?

Ho appena finito di pubblicare una mia opera per coro e orchestra intitolata Bagliori estivi di un giorno qualunque, e spero di eseguirla quanto prima. Sto effettuando le ultime limature di un testo, che non saprei ulteriormente definire, intitolato Atlantide, le Grandi Montagne e la Terra di Mezzo, e che pubblicherò quanto prima. 

 

 

GIULIO ANDREETTA

Diplomato in pianoforte e laureato in Musicologia. Ha studiato con pianisti affermati a livello internazionale, è stato inoltre premiato in vari concorsi internazionali di pianoforte e composizione. Ha suonato per prestigiose istituzioni in Italia e all’estero. Alcune sue composizioni sono state recentemente pubblicate dall’editore Armelin di Padova. Ha inoltre pubblicato con la casa discografica Velut Luna un album di composizioni originali per pianoforte. Nel Luglio del 2018 è stata messa in scena una sua opera per coro e orchestra in memoria delle vittime della Prima Guerra Mondiale nell’ambito del Festival Carrarese di Padova, con l’orchestra Città di Ferrara. In ambito musicologico ha pubblicato per l’editore Casadeilibri due monografie sul minimalismo musicale.

 

 

 

 

 

 

 



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23/09/2020 - 23/09/2020

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