Inconscio e creatività

Gli acidi propongono un hard rock anni 70 diretto e selvaggio, sorretto da chitarre fuzzose e drumming robusto.
Le urla sguaiate da punk di provincia (è un complimento) del frontman sono intrise di un'ironia che si riesce a cogliere pienamente grazie al cantato in italiano. Nelle quattordici tracce che compongono l'album autoprodotto si parla di cover band fallite, alienazione da social network e male di vivere. Quando tutto funziona Gli Acidi assomigliano al Bugo di "Dal lofai al cisei". 
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La musica per l'intera durata del disco rimarca le stesse influenze: si va dagli ACDC ai Black Sabbath passando per i The Cult, con le canzoni che alternano momenti da love ballads ad altri puramente rock. 

Dopo "La mia città", una Paradise City tutta italiana, che vedrei bene in chiusura di concerto, si trova la vera perla del disco: Biba. Tra trame di chitarra anni 90 e assoli psichedelici, quella delineata dal breve pezzo strumentale sarebbe una direzione musicale interessante da intraprendere per Gli Acidi.

Per concludere: Inconscio e Creatività è adatto a chi vorrebbe ascoltare un gruppo hard rock vecchio stile ma con una vena ironica tutta da ridere. 

Alessandro - Gruppi Emergenti