Apart.
Nel 2013 è uscito per l'etichetta Garage Records il disco dal titolo "Apart" di NEIL. Si tratta di un album dall'anima acustica, morbida e fluttuante che si muove sinuoso tra le corde di canzoni che affascinano l'ascoltatore. La struttura portante dei pezzi è stata svuotata da sovrastrutture sonore e da sofisticazioni troppo arzigogolate e presenta uno scheletro asciutto e necessario.
E così il lavoro si avvale della collaborazione preziosa di Maximilam Modolo all'elettronica, Diego Todesco agli archi, percussioni e fiati e Marco Pagot al basso e percussioni per andare verso una direzione melodica malinconica che sa essere leggiadra ed efficace nonostante si parli di amori non corrisposti e di inadeguatezza e ansia quotidiana legate ai nostri tempi aspri e disperati.
Neil catalizza tutte le influenze musicali per modellare un sound originale e dei brani che spiccano per maturità artistica come ad esempio in "Drones" dove vengono narrate le vicende di questa modernità in decadenza priva di ogni tipo di slancio emozionale; il tutto in una appetitosa salsa acustica che restituisce un'atmosfera molto suggestiva. Si può ritrovare la stessa attitudine in "Green screen" dove si parla di non-realizzazione di sogni oppure in "Murbles" dove si parla di rinunce e delle conseguenze che esse si portano dietro. C'è anche spazio per una bellissima ed enfatica versione di un brano dei Faith No More, passando per "Bones of Dolls & Screaming Butterflies" che si snoda su una struttura elettronica estremamente affascinante.
Nonostante si tratti dell'esordio discografico, NEIL dimostra di aver dimestichezza con la materia musicale e di possedere già tutte le carte in regola per poter dire la sua senza basarsi su paragoni con altre band e senza prendere spunto da richiami provenienti da oltreoceano.
Dai pezzi si sente il cuore ed una passione che emerge da ogni singola nota di ciascun brano. Complimenti. Avanti tutta!!!
antonio giovanditti
E così il lavoro si avvale della collaborazione preziosa di Maximilam Modolo all'elettronica, Diego Todesco agli archi, percussioni e fiati e Marco Pagot al basso e percussioni per andare verso una direzione melodica malinconica che sa essere leggiadra ed efficace nonostante si parli di amori non corrisposti e di inadeguatezza e ansia quotidiana legate ai nostri tempi aspri e disperati.
Neil catalizza tutte le influenze musicali per modellare un sound originale e dei brani che spiccano per maturità artistica come ad esempio in "Drones" dove vengono narrate le vicende di questa modernità in decadenza priva di ogni tipo di slancio emozionale; il tutto in una appetitosa salsa acustica che restituisce un'atmosfera molto suggestiva. Si può ritrovare la stessa attitudine in "Green screen" dove si parla di non-realizzazione di sogni oppure in "Murbles" dove si parla di rinunce e delle conseguenze che esse si portano dietro. C'è anche spazio per una bellissima ed enfatica versione di un brano dei Faith No More, passando per "Bones of Dolls & Screaming Butterflies" che si snoda su una struttura elettronica estremamente affascinante.
Nonostante si tratti dell'esordio discografico, NEIL dimostra di aver dimestichezza con la materia musicale e di possedere già tutte le carte in regola per poter dire la sua senza basarsi su paragoni con altre band e senza prendere spunto da richiami provenienti da oltreoceano.
Dai pezzi si sente il cuore ed una passione che emerge da ogni singola nota di ciascun brano. Complimenti. Avanti tutta!!!
antonio giovanditti
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