7 Anni Di
I Voice Over nascono nel 2010, inspirandosi e attingendo all'onda rock-alternative di band come System Of A Down, Pearl Jam e NIrvana.
Dopo il primo demo, ed innumerevoli esibizioni live a volte anche acustici, pubblicano nel 2013 il loro primo album di inediti 7 Anni D..
Il disco si apre con Betrayal, che proviene dalla formazione vecchia della band, seguita da Cicatrice, ispirata deliberatamente ai Nirvana e composta molti anni prima della scesa in campo ufficiale della band.
I testi sono ricercati, ben scritti e soprattutto comunicativi.
Le sonorità di questo album invece sono graffianti, spinte, energiche e quasi disperate. Lo stile delle chitarre e dei bassi, è notevole e molto curato in quasi tutto il disco, soprattutto in Eco (canzone composta in contemporanea del terremoto del 2012) e nella bellissima Sangue Alle Ginocchia
Dopo vari ascolti, soprattutto con l'occhio più critico tipico di noi recensori, si notano delle sbavature della voce, dove spesso non segue ''l'esplosione'' della canzone nel ritornello, rimanendo a volte troppo incolore e nella batteria, anch'essa non troppo ben valorizzata.
Credo che questa band abbia tantissimo potenziale e che quest'album sia un ottimo biglietto da visita, soprattutto nella scena rock-alternative e soprattutto che, come tutti gli artisti in crescita, basta solo aggiustare il tiro per evidenziare ancora di più le proprie qualità.
Martina Di Berardino
Dopo il primo demo, ed innumerevoli esibizioni live a volte anche acustici, pubblicano nel 2013 il loro primo album di inediti 7 Anni D..
Il disco si apre con Betrayal, che proviene dalla formazione vecchia della band, seguita da Cicatrice, ispirata deliberatamente ai Nirvana e composta molti anni prima della scesa in campo ufficiale della band.
I testi sono ricercati, ben scritti e soprattutto comunicativi.
Le sonorità di questo album invece sono graffianti, spinte, energiche e quasi disperate. Lo stile delle chitarre e dei bassi, è notevole e molto curato in quasi tutto il disco, soprattutto in Eco (canzone composta in contemporanea del terremoto del 2012) e nella bellissima Sangue Alle Ginocchia
Dopo vari ascolti, soprattutto con l'occhio più critico tipico di noi recensori, si notano delle sbavature della voce, dove spesso non segue ''l'esplosione'' della canzone nel ritornello, rimanendo a volte troppo incolore e nella batteria, anch'essa non troppo ben valorizzata.
Credo che questa band abbia tantissimo potenziale e che quest'album sia un ottimo biglietto da visita, soprattutto nella scena rock-alternative e soprattutto che, come tutti gli artisti in crescita, basta solo aggiustare il tiro per evidenziare ancora di più le proprie qualità.
Martina Di Berardino
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