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Gli Okiees presentano "Rageen vol.1", progetto transmediale realizzato dal collettivo


Descrizione

Domenica 22 gennaio, presso la Libreria del Palazzo delle Esposizione di Roma (via Milano 15-17), gli Okiees presenteranno al pubblico il Vol. 1 della trilogia “Rageen”, progetto transmediale (album, libro, film, illustrazioni, narrazione, performance) realizzato dal collettivo catanese composto da Andrea Rabbito (voce, chitarra), Adriano Murania (violino), Fabrizio Motta (tastiere, elettronica) e Mauro Melis (grafica) con la collaborazione straordinaria di Pippo Delbono (che vede impegnato l’artista oltre che nei 12 reading, anche nel canto, in sei diverse tracce). L’incontro, a cui assieme agli Okiees parteciperanno gli studiosi di fama internazionale Ruggero Eugeni (Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano), Vincenzo Caporaletti (Università di Macerata), Valentino Catricalà (School of Digital Arts – Manchester Metropolitan University), Marco Contini (Edizioni Kappabit), avrà inizio alle 16.30, mentre il concerto si terrà a partire dalle ore 18.00.

Il giorno precedente (sabato 21 gennaio alle 17.00), presso la galleria d’arte della Kappabit, sarà inaugurata la mostra degli acquarelli originali che compongono il volume transmediale, seguita da una performance del collettivo riservata ad un pubblico ristretto.

 

Con il primo volume della trilogia (edito da Edizioni Kappabit), uscito a dicembre del 2021, il collettivo dà vita ad un’inedita forma di concept album (la cui versione CD uscirà in primavera 2023 per Kappabit Music) che sposa l’idea della narrazione transmediale di Henry Jenkins: infatti, per la prima volta, la realizzazione di un album musicale (ASCOLTA QUI) vede coinvolti anche un libro (LEGGI QUI) e a un film sperimentale, (distribuito da Distribuzione Indipendente - GUARDA QUI), tutti realizzati dal collettivo, che interagiscono fra loro, attraverso l’uso dei QR Code, per creare un progetto unitario; e a questi linguaggi si aggiunge l’interazione anche con poesia, videoarte, narrativa, illustrazione, performance, reading.

Gli Okiees propongo una nuova idea di fare e offrire musica, avvertendo la necessità di legare questa espressione artistica ad altri linguaggi, in una dimensione unitaria e complessa, e che vede coinvolto attivamente l’ascoltatore/spettatore/lettore nella costruzione dei vari pezzi del mosaico offerti (per questo motivo viene citato ad apertura del libro e del film la frase di Paul Valery “le compositeur propose, l’auditeur dispose”).

 

Quest’espressione variegata, composta da vari tasselli integrati fra loro, compone la storia riguardante l’amicizia conflittuale tra i due protagonisti: Roger Benjamin e il suo compagno Benjamin Rye. Lo sviluppo della vicenda dei due protagonisti, che si articola nei tre volumi della trilogia Rageen, manifesta chiare le sue influenze e i suoi omaggi ai grandi romanzieri americani, Steinbeck e Faulkner tra i principali. Un aspetto che emerge chiaro sin dal nome del collettivo, Okiees, che si offre come l’alterazione del termine dispregiativo “okie” rivolto ai migranti provenienti dall’Oklahoma descritti da John Steinbeck in “The Grapes of Wrath”; ed emerge chiaro anche dal nome/cognome Benjamin dei due protagonisti che rimanda al Benjamin Compson di “Urla e furore”. Non a caso i testi delle canzoni e di una parte dei reading propongono il personale stream of consciousness di Roger che recupera e altera la lingua inglese (lo stesso “Rageen”, ad esempio, è la crasi tra “rage” e “spleen”), palesando i suoi problemi non tanto cognitivi, come quelli del Benjamin di Faulkner, ma psichici.

 

La vicenda di amore/odio tra i due protagonisti è così la storia dei perdenti, degli emarginati, dei reietti, ma, ancora di più, di coloro che vengono reputati “diversi”; così quella storia di stranieri in una nuova terra (nello specifico Catania, in questo primo volume) diviene un viaggio nei lati oscuri dell’uomo, proponendo un percorso introspettivo su una declinazione della figura dell'hostis, ovvero sull'Altro da Sé, su quello straniero che vive in noi.

 

In questo contesto Pippo Delbono e la sua poetica non può che offrirsi come punto di riferimento del progetto per divenirne protagonista in veste sia di attore che di cantante. L’artista ligure si dimostra ispiratore del progetto non solo per la sua pratica artistica che tende a decostruire e dare nuova forma ai linguaggi artistici, ma anche per quella trattazione di contenuti che da sempre caratterizzano le opere di Delbono, attraverso cui si intende fare luce ai luoghi oscuri e ai margini della società e dell’essere.

Il canto di Pippo Delbono e i suoi reading in veste del ruolo del Narratore e di Roger Benjamin, accompagnano questo viaggio transmediale, dove l’immagine – ovviamente assieme alla musica e alla narrazione – ha un ruolo principale: sia nelle illustrazioni del libro, sia nella produzione audiovisiva che, fonde sperimentazione videoartistica con found footage – in cui la lezione di Delbono è viva assieme a quella di altri intrepreti fuori dalla norma convenzionale, a partire dalle opere di Godfrey Reggio – per dare espressione a quello che si offre come un canto del disagio, di un insieme di rabbia e malessere esistenziale che caratterizza questo momento storico così travagliato e incerto.

 

Il film è stato presentato in anteprima al Parma Film Festival in compagnia di Pippo Delbono, Pepe Robledo, Augusto Sainati e membri del collettivo Okiees. Da febbraio 2022 il collettivo propone i suoi spettacoli in vari cinema e teatri in cui alla proiezione del lungometraggio si abbina la resa dal vivo della colonna musicale in sincrono da parte di Andrea Rabbito (voce, chitarra), Adriano Murania (violino), Fabrizio Motta (tastiere, elettronica) con la presenza in alcuni casi del soprano Kasumi Hiyane.



Dettagli

22/01/2023





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