Gli “Alieni” di St.Elle (Saintelle)
Tra nostalgia e desiderio, la voglia di tornare a ballare in un tempo sospeso
Mentre la terra si trasforma in un luogo sempre più inospitale e i nostri corpi si trovano improvvisamente paralizzati, non resta che alla mente condurci lontano, creare universi paralleli, “alieni”, dove sentirci in grado di costruire e pensare a quel futuro che appare sempre più difficile da realizzarsi.
È il 18 marzo 2022 la data di lancio nello spazio di streaming musicale - Amazon Music, Spotify, da Apple Music a YouTube - di “Alieni”, il brano inedito di St.Elle (pseudonimo di Letizia Mazzoni), artista attiva da anni nella scena emiliana, luogo di origine dove si è formata: dapprima attraverso gli studi presso il Conservatorio di Parma e poi tramite continue collaborazioni con la scena underground del territorio.
Ma quando nasce lo pseudonimo St.Elle?
“Penso sia nato, giustamente, di notte: per spiegare meglio il trip che mi sono fatta in preda all’insonnia devo iniziare dalla desinenza “Elle” che riprende l’iniziale del mio vero nome, ma significa anche “lei” in francese (una lingua che amo e che in un futuro vorrei introdurre nei miei pezzi). Quindi si rivolge a un’entità ben precisa, avvalorata in più dal prefisso “Sainte”, che consacra un percorso di consapevolezza lungo e pieno di ostacoli.
Detto fatto: ecco il gioco di parole! Ne è nata una parola al plurale che sottolinea l’imprescindibilità della collaborazione, in ogni campo. St.Elle è un progetto corale!
Dopo aver dormito un’ora quella mattina sono andata in studio e ho proposto il nome d’arte sentendomi matta! E incredibilmente è stato subito approvato!”
La ricerca di evasione e al contempo di simili, professionisti come lei considerati “alieni” da una società sempre più indirizzata verso logiche di guadagno e impoverimento artistico, hanno portato St.Elle fin dal primo lockdown a maturare un macro progetto, nato dalla collaborazione con Francesco Chiari del Noise Studio Recording di Parma ( curatore delle basi e produzione artistica ) e Marco Merli ( co-autore della traccia ).
Ascoltando “Alieni” i riferimenti più immediati ci riportano ad atmosfere eighties (l’intro di Radio Gaga dei Queen ne è antesignana), fino a toccare (nemmeno troppo velatamente) con il beat della base, che alterna disco music elettronica, il synth pop e acid jazz, gli anni novanta dei Daft Punk. Il tutto si coniuga alla tradizione cantautorale italiana grazie a un timbro vocale che ricalca, a tratti inconsapevolmente, il graffiato della Bertè e l’urban poetico di Madame, e raggiunge l’attualità attraverso una strofa dal ritmo serrato (caro alla scena indie pop italiana) e nella composizione di un ritornello la cui semplicità di termini e metafore si fanno pretesto per entrare il più possibile nella testa degli ascoltatori e non uscire per giorni.
https://youtu.be/rD0B-xQ9x5k
A essere eighties è anche l’ambientazione della location scelta per il videoclip, la storica discoteca Redas di Montecchio Emilia: una discoteca anni ‘80 della bassa emiliana “riesumata” appositamente per porre l’accento sul riscatto di luoghi sempre più posti ai margini. Si tratta di un non-luogo, anacronistico e decontestualizzato, che enfatizza visivamente il senso di “alienazione” e straniamento della protagonista.
St.Elle al suo interno è come un Alice catapultata in una sorta di “Wonderland” di provincia, abitata da strani personaggi dalle espressioni lynchiane - interpretati dal corpo di ballo liscio Holly Dance di Parma - che si aggirano all’interno della scena, in quello che appare come un continuo processo di trasformazione che rappresenta la chiave di volta per comprendere il senso di spaesamento e di bisogno di leggerezza della generazione Y, e non solo.
Il videoclip è stato girato interamente con iPhone 13 mini da Francesco Chiari e Alessia Leporati, la cui collaborazione artistica incarna alla perfezione l’atmosfera onirica e a tratti realisticamente grottesca che il brano avrebbe voluto restituire.
Per chiudere con le parole di St.Elle:
“Non aspettatevi di emozionarvi; Alieni non è una di quelle canzoni che fa commuovere al primo ascolto. Ma fa ballare! E sono sicura che è quello di cui abbiamo più bisogno in questo momento! Grazie per chi ha continuato a “ballarla” con me fino a questo momento non perdendosi mai d’animo e credendoci fino in fondo! Vi auguro a tutti di brillare come stelle.”