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Intervista a "La figlia del dottore"


Nome del gruppo
La figlia del dottore
Città
Torino
Genere musicale
Pop

Iniziamo presentando la formazione.
La band è nata alla fine degli anni zero: alcuni di noi si sono incontrati per caso ad un colloquio di lavoro, altri si conoscevano da una vita, qualcuno ha risposto ad un annuncio in bacheca. Ci siamo piaciuti e abbiamo cercato di capire come conciliare esperienze musicali diverse, dai Pearl Jam alle canzoni tradizionali del Gargano.
Pino Ciliberti, detto "Cilipino": basso e voce
Davide Manassi, per gli amici "Ian Dave": batteria
Matteo Rignanese, detto "Nonno Matteo": chitarra e voce
Andrea Pacillo, detto "Pacio": chitarra

Il nome del gruppo: come lo avete scelto? Ha un significato particolare?
Ci siamo fatti ispirare dal nome di un gruppo che abbiamo amato da ragazzi (le tre civette sul komò), inoltre la figlia del dottore è uno dei personaggi di una bellissima canzone di de Gregori … ci è sembrato perfetto per una band ispirata dai cantautori, che canta e propone musica italiana.

Parlateci del vostro repertorio: Fate canzoni vostre o siete una cover-band? Come nascono le vostre canzoni e cosa vi spinge a scriverle?
L'idea iniziale è stata quella di ri-coverare le canzoni italiane degli anni 60 in una veste garage rock, quelle canzoni che conoscono tutti e che hanno fatto innamorare i nostri genitori.
Col tempo gli arrangiamenti che realizzavamo erano diventati così personali che senza la parte vocale era impossibile riconoscere le canzoni. Ci siam detti: “perché non scrivere anche i testi”? Così abbiamo iniziato a lavorare su delle canzoni originali.
Quello che raccontiamo nelle nostre canzoni è fatto di parole semplici capaci di emozionare: il nostro obiettivo è quello di arrivare al cuore della gente.
Abbiamo cercato di  creare un universo fatto di parole semplici e comunicative, di genuina emotività.
Vogliamo scrivere canzoni come quelle che hanno fatto innamorare i nostri genitori, ma forse del passato abbiamo solo la vena romantica.
Di solito ci ritroviamo in sala, Dave parte con un groove di batteria, i ragazzi iniziano a girare su un brano dei Queen e nonnomatteo inizia a cantarci sopra “non ho l’età”… dopo pochi minuti ci ritroviamo in mano materiale del tutto inedito. Prendiamo queste “spore” e le coltiviamo nel tempo finchè non diventano mature e sono pronte per diventare delle canzoni.

Che spazi utilizzate per le prove?
Nel tempo ci è capitato di provare ovunque: cascine di campagna, locali interrati a più di 10 m, le nostre camere, vecchie case dei nostri nonni, garage, sale prova, …

Quale strumentazione utilizzate?
Non siamo molto originali … probabilmente non siamo neanche degli sperimentatori: usiamo la classica strumentazione chitarre, basso e batteria seguendo i buoni principi del rock n roll.
Nessuno di noi usa effetti o pedalini, ci piacciono molto le sonorità fresche.

Parliamo dei vostri concerti: Avete fatto molti live? Ci sono luoghi in cui suonate regolarmente? Preferite suonare all'aperto o al chiuso? Qual'è la performance che ricordate con maggior piacere/soddisfazione?
Non ci capita di suonare spesso in giro. Siamo molto esigenti e devo dire anche molto fortunati: la musica non è il nostro lavoro ma la nostra grande passione, e poiché non siamo schiavi del ritorno economico possiamo permetterci di selezionare solo i locali e gli eventi che ci soddisfano e di cui condividiamo o spirito.
In base allo spazio in cui ci esibiamo ci piace cambiare il nostro spettacolo. Nei piccoli locali preferiamo mantenere un’atmosfera più intima, mentre negli open space ci piace dar sfogo a tutta la nostra energia. La nostra migliore performance? La prossima!

Avete già inciso degli album? Li avete registrati da indipendenti o con qualche etichetta?
Nel nostro tempo libero (perché abbiamo tutti un altro  lavoro – e chi non lavora è impegnato negli studi) scriviamo canzoni sognando di incidere un album.
Abbiamo prodotto 3 singoli (tutti in vendita sui principali store digitali); lo abbiamo fatto da indipendenti con un etichetta indipendente (GFR Produzioninmusica). Conosciamo Gabriele (GFR) da quando eravamo giovanissimi musicisti e ci è capitato spesso da ragazzi di suonare insieme. Poi le nostre strade si sono divise ed è stato un caso rincontrarsi dopo anni per scoprire che ognuno di noi aveva continuato con la sua passione: è un produttore fantastico, con un’esperienza decennale, che crede in noi, pretendendo l massimo, sin dal primo provino. Grazie a lui abbiamo pubblicato una cover garage di “Ma che freddo fa” di Nada, vinto il Premio Chitarra Indie 2012 del Mei, realizzato la colonna sonora per un cortometraggio e abbiamo scritto una canzone per aiutare una scuola di teatro.

Come vedete il panorama della musica emergente nella vostra città? E' semplice trovare delle date? C'è un adeguato ritorno economico?
Torino è una città fantastica per quanto riguarda il panorama musicale e questo vero anche per tutti i settori dell’arte: è una città dal gran fermento artistico.
Tuttavia non è affatto semplice trovare delle date: anche Torino vive la stessa crisi che ormai da anni si è diffusa in tutti i settori della vita dell’uomo: l’offerta è superiore alla domanda.
Sembrerà incredibile ma esistono così tante nuove band (e non scordiamoci di quelle già affermate) che chiunque di noi è impossibilitato dal poterle ascoltare tutte. Non solo, in questo mare infinito di “artisti” è diventato difficile selezionare “i migliori”, intendo quei musicisti che suonano con passione, che scrivono belle canzoni, che producono la propria  musica ad alti livelli tecnici e sono capaci di fare grandi spettacoli dal vivo.
Passando al ritorno economico: possiamo affermare sinceramente che noi (come tantissimi altri) abbiamo dato molti più soldi alla musica di quanti ce ne abbia dato lei.

Vi siete posti degli obiettivi da raggiungere?
Gioia e felicità! Cerchiamo di portare avanti con educazione il nostro “calcetto” (come amiamo chiamare le nostre prove del finesettimana): cerchiamo di dare alla nostra musica un sound singolare che tuttavia tenga le distanze dal mondo “indie-radical-chic”.
Con le nostre canzoni vogliamo far sognare: la musica è il più grande conforto dell’anima e noi la viviamo come una cura capace di guarire.

C'è qualcos'altro che volete aggiungere su di voi?
Non siamo nient’altro che la solita band di musica italiana.

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