Numero 0
I WILD LEGACY sono una band foggiana che ha pubblicato un bel disco dal titolo "Numero 0" che raccoglie sette brani che introducono nel mondo di questi cinque ragazzi con la passione per la musica. Il quintetto (Angelo Nardella / chitarra, Vincenzo Talento / percussioni, Sabino Ignozza / chitarra, Giuseppe Silvestri / basso, Stefano Barbaro /voce) propone un bel rock-alternative con influenze da diversi generi che arricchiscono il sound della band.
Parlando nello specifico dei brani: "Impronte" ha il compito di aprire il disco. La melodia è orecchiabile, bella la scelta dei suoni taglienti ma non troppo elaborati per restituire una freschezza molto apprezzata. Molto intenso e suggestivo anche il testo. "La ragione che muore" ha un piglio un pò più diretto ed aggressivo: molto azzeccato il muro di chitarre e la parte effettistica che ben si amalgama con l'apertura del ritornello. I brani "Senza età" e "Quanto un re" hanno il marchio della band dauna che sa che direzione sonora dare ai propri brani, consapevole delle proprie capacità. Molto interessante poi è il brano "Afferrabile" dall'atmosfera funkeggiante (ma sempre con un substrato molto rock che si muove in sottofondo) che sicuramente porterà l'ascoltatore a dimenarsi. Non si può, infine, non menzionare la voce di Stefano che diventa un tutt'uno con l'onda sonora dei pezzi, capace di calcare la mano quando ce n'è bisogno e di ammorbidire quando c'è bisogno di delicatezza.
Sicuramente la resa audio delle canzoni è molto elevata, frutto di un sapiente lavoro di registrazione, missaggio e post-produzione. Il risultato sono sette canzoni che ti si attaccano addosso, che ti viene voglia di cantare e di lasciarti trasportare dal loro flusso di note e magia. Complimenti!
antonio giovanditti
Parlando nello specifico dei brani: "Impronte" ha il compito di aprire il disco. La melodia è orecchiabile, bella la scelta dei suoni taglienti ma non troppo elaborati per restituire una freschezza molto apprezzata. Molto intenso e suggestivo anche il testo. "La ragione che muore" ha un piglio un pò più diretto ed aggressivo: molto azzeccato il muro di chitarre e la parte effettistica che ben si amalgama con l'apertura del ritornello. I brani "Senza età" e "Quanto un re" hanno il marchio della band dauna che sa che direzione sonora dare ai propri brani, consapevole delle proprie capacità. Molto interessante poi è il brano "Afferrabile" dall'atmosfera funkeggiante (ma sempre con un substrato molto rock che si muove in sottofondo) che sicuramente porterà l'ascoltatore a dimenarsi. Non si può, infine, non menzionare la voce di Stefano che diventa un tutt'uno con l'onda sonora dei pezzi, capace di calcare la mano quando ce n'è bisogno e di ammorbidire quando c'è bisogno di delicatezza.
Sicuramente la resa audio delle canzoni è molto elevata, frutto di un sapiente lavoro di registrazione, missaggio e post-produzione. Il risultato sono sette canzoni che ti si attaccano addosso, che ti viene voglia di cantare e di lasciarti trasportare dal loro flusso di note e magia. Complimenti!
antonio giovanditti
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